Le PPT sono un modo pratico ed efficace per utilizzare  i mediatori immaginativi come strumenti proiettivi ed espressivi nella consulenza personale, sia nel setting individuale che in quelli di gruppo. Nella consulenza personale, l’utilizzo di oggetti mediatori espressivi come le fotografie, il disegno, le carte evocative, i tarocchi tradizionali si diffonde rapidamente e per questo c’è sempre più bisogno di soluzioni semplici, pratiche e versatili per usare questi oggetti in modo professionale. L’uso espressivo di questi mediatori  richiede una metodologia di intervento adeguata poiché questi oggetti estetici sono tanto potenti dal punto di vista suggestivo ed evocativo quando “insidiosi” se presentati e usati in modo inopportuno. Le PTT nascono con lo scopo di liberare l’uso dei mediatori immaginativi in terapia e in consulenza dai pregiudizi e dalla diffidenza per restituirli alla loro funzione di strumenti insostituibili per avviare la conversazione creativa con il cliente.

Perché i mediatori immaginativi?

Nel mio lavoro di psicologo, di psicodrammatista e di consulente per lo sviluppo professionale non utilizzo i mediatori immaginativi, come le foto, le carte evocative ed i tarocchi, come strumenti divinatori ed oracolari, ma nel loro significato originario di enciclopedia figurale le cui immagini integrano iconografia, simbolismo, linguaggio archetipico. I mediatori espressivi attivano in modo immediato l’intelligenza immaginativa ed ogni sequenza permette di generare un numero infinito di narrazioni stimolando nella persona processi di amplificazione metaforica, di associazione, di auto-riflessione. In terapia e nella consulenza, assieme ai miei clienti “diamo vita” alle sequenze visuali teatralizzandole per evocare le presenze interne del teatro psichico di ognuno di noi.

L’uso espressivo dei mediatori immaginativi

Quando lavoro in modo espressivo con i mediatori immaginativi li considero come oggetti estetici con cui avviare ogni volta una conversazione creativa. Ogni carta ed ogni foto deve essere guardata con attenzione, bisogna farsi innanzitutto “toccare” gli occhi dalle sue forme. Tutte le immagini comunicano con noi direttamente attraverso le posture dei personaggi raffigurati, la configurazione del paesaggio, le forme degli oggetti rappresentati. Ciascuna carta “ci parla” in modo immediato attraverso la sua iconografia ed il primo esercizio che propongo ai miei clienti è quello di allenarsi a vedere attentamente ogni configurazione, ogni dettaglio, ogni rima visiva di una sequenza. Quando le carte e le foto sono stese in una sequenza, ciascuna immagine dialoga con le altre, entra in risonanza per contrasto o similitudine, particolari si ripetono, dettagli spiccano: la direzione degli sguardi, l’atteggiamento dei corpi, il gioco delle forme suggeriscono al consultante percorsi narrativi sorprendenti. Nell’uso espressivo, ciascun personaggio rappresentato diventa un attore animato che risuona con le presenze interne del cliente evocando ricordi, sensazioni, associazioni simboliche, disvelando vissuti assopiti. Con i mediatori immaginativi si può conversare, si possono mettere in scena situazioni critiche, ci si può “travestire”, si possono costruire scene personali complesse.

 

Le PsicoTaroTecniche per la mediazione immaginativa